R.u.in.es

Un progetto di Léna Sophia Bagutti-Khennouf

Credits

Ideazione, coreografia e interpretazione: Léna Sophia Bagutti

Occhio esterno: Héloïse Dell’Ava

Accompagnamento della ricerca coreografica: Manuela Bachmann Bernasconi

Drammaturgia: Ketty Ghnassia

Costumi e scenografia: Rocco Schira

Progetto sonoro: Rea Dubach

Disegno luci: Selim Dir Melaizi

Amministrazione: Minuit Pile

Partner di comunicazione e di distribuzione: Zona’B

Coproduzioni: PREMIO Spring 2024

Les Quarts d’Heure, plateforme pour jeunes chorégraphes, Théâtre Sévelin 36, Lausanne

Partners di residenza:

ROXY, Birsfelden

Gessnerallee, Zürich

Fondazione Claudia Lombardi per il teatro, Figino

Dansomètre – espace de création et recherche chorégraphique, Vevey

Projet H107, un lieu pour la création en arts vivants, Genève

StudioX – plateforme TEAR – blueFACTORY, Fribourg

Tanzhaus, Zürich 

Fabriktheater Rote Fabrik, Zürich 

Théâtre Sévelin 36, Losanna 

TU – Théâtre de l’Usine, Ginevra

far°, Nyon

Théâtre 2.21, Lausanne


Durata: 40 minuti

BOOKING: michela@zonab.ch

Première: 15 – 18 maggio al Théâtre 2.21, Lausanne

R.u.in.es attinge ai meandri di una storia familiare algerina che svanisce nel tempo, invocando i fantasmi della carne e le storie irrisolte che perseguitano i corpi attraverso le generazioni. Traendo ispirazione dalla mitologia berbera, R.u.in.es ci porta in uno spazio-tempo cavernoso e sotterraneo, immaginando cosa potrebbe emergere da queste profondità. Quali narrazioni sepolte, quali storie si nascondono in questi abissi? Quali sogni sono stati relegati nell’oblio?

Il mio approccio al corpo assume una prospettiva archeologica, trattandolo come un terreno da scavare per recuperare e far emergere i fantasmi che lo popolano. Il corpo diventa un ricettacolo di esperienze vissute, desideri repressi e sogni non realizzati. Tutti questi spettri si condensano nella nostra carne, cristallizzandosi come fossili. La danza diventa lo strumento di uno scavo archeologico, portando alla luce e restituendo il movimento nei luoghi in cui la carne ha ancora qualcosa da dire.

n’altra fonte importante di ispirazione per questo lavoro proviene dai testi “Rester Barbare” di Louisa Yousfi e “Oltre la periferia della pelle” di Silvia Federici. « Tu danses sur des ruines, ma chérie. C’est dangereux de couvrir un puits ». (Estratto da testi personali)

« Je sens que j’ai tellement de choses à dire qu’il vaut mieux que je ne sois pas trop cultivé. Il faut que je garde une espèce de barbarie, il faut que je reste barbare.» – Kateb Yacine

Trailer